Il primo anno del Cammino di San Rocco

Il primo anno del Cammino di San Rocco

Un anno fa si è inaugurato il Cammino di San Rocco, proprio il giorno della festa del Santo. La cerimonia sanciva la consegna alle comunità di Brentonico, Mori e Val di Gresta (in Trentino) del percorso completo di segnavia e tabelle, a coronamento di tre anni impegnativi di ideazione, progettazione e lavoro.

Un manipolo di persone durante la recente pandemia di Covid ha lanciato l’idea, che ha subito preso piede nella comunità, ed è andato via via ingrossandosi. Hanno contribuito alla sua realizzazione diverse centinaia di volontari, sono state coinvolte una cinquantina di associazioni ed enti, hanno collaborato i tre comuni, Brentonico, Mori e Ronzo-Chienis, entro cui il percorso si sviluppa. Un eterogeneo insieme di attori che, in tre anni, ha consegnato agli escursionisti ed alle comunità locali l’importante opportunità di effettuare un turismo sostenibile che consente di percorrere e di vivere i territori in maniera diversa, rispettosa e più profonda.

Si chiudeva in modo positivo la fase di messa a punto: dalle parti burocratiche, all’accatastamento ufficiale tra i sentieri SAT, alla realizzazione del tracciato vero e proprio con segnavia, tabelle e recupero di vecchi sentieri. Da quel momento il cammino è diventato realtà, aprendo a nuove possibilità e nuove problematiche, dovendosi organizzare in modo diverso.

Il primo anno è passato e possiamo fare le prime considerazioni con alcuni degli attori che hanno contribuito in vario modo a mantenere vivo il progetto. 
Il primo passo importante è stato quello di istituire l’Associazione Compagnia del Cammino di San Rocco con lo scopo di coordinare le attività legate alla vita del sentiero; sentiamo il perché dal suo presidente Ulisse.

Caro Ulisse, c’era la necessità di questa nuova associazione?  

Il motivo principale della sua istituzione è garantire la vita del Cammino nel tempo: spesso lungo i nostri sentieri si incrociano percorsi di escursioni oramai dimenticate o addirittura con i tracciati non più fruibili; un Cammino è una entità vivente che va conservata, curata e manutenuta. Vari sono gli aspetti da accudire e per ognuno di questi abbiamo istituito dei gruppi di volontari coordinati dal Consiglio Direttivo eletto dai soci.

Il Consiglio Direttivo è un organo fondamentale di una associazione, sentiamo l’opinione del consigliere Rossana. 

Rossana, tu eri nel gruppo promotore del Cammino, e ora sei nel Consiglio direttivo, cos’è cambiato nei vostri compiti?

I componenti del Direttivo si occupano principalmente di prendere decisioni, coordinare e promuovere tutte le attività che permettono all’Associazione e al Cammino di San Rocco di mantenersi e strutturarsi, oltre che proporre nuove idee e attività da fare sul territorio, per la comunità e per i pellegrini. Rispetto al precedente Gruppo Promotore, abbiamo molte responsabilità in più, anche gestionali e amministrative, quindi è necessario mettersi sempre in gioco! 

Si è parlato della conservazione, cosa significhi ce lo racconta Fabio del Gruppo Manutenzione.

Essenziale per un cammino è la sua percorribilità e, il nostro, sviluppandosi in buona parte su sentieri o stradine secondarie, va sempre controllato che i segnavia siano visibili, che l’erba non mascheri il sentiero, che la vegetazione, in particolar modo i rovi, non invadano il tracciato. Per questo si è ripartito il percorso in varie zone che sono state poi “adottate” dai vari volontari coinvolti, supportati da alcuni rappresentanti delle SAT locali. 

La comunicazione è da sempre alla base di ogni attività, soprattutto al giorno d’oggi con  gli strumenti digitali che ci permettono di accedere a tutte le informazioni, in qualsiasi momento ed ovunque ci troviamo. 
Il Gruppo Comunicazione del Cammino di San Rocco è stato molto attivo già nella fase di approntamento del progetto avviando un sito ed attivandosi su Facebook ed Instagram e promuovendo articoli su quotidiani e riviste. Sentiamo come da Maria.

Cara Maria, hai da sempre partecipato attivamente al Gruppo, ci dici come opera?

Il Cammino è vivo e bisogna raccontare le novità come ad esempio modifiche di percorso per cause varie o l’apertura di nuovi punti di ristoro, bisogna offrire la possibilità ai camminatori di conoscere i luoghi di interesse storico-culturali della zona. Un punto importante riguarda i consigli per chi vuol percorrere i nostri sentieri, l’esperienza di altri pellegrini. Trasmettere queste informazioni è un aiuto per meglio approcciarsi all’avventura. Ci sono poi le segnalazioni legate alla vita delle comunità come feste, manifestazioni ed eventi particolari che possono essere interessanti per chi, oltre al percorso, vuol godere anche del territorio.

Una peculiarità del Cammino di San Rocco è l’attenzione che viene prestata al camminatore, per questo durante la progettazione sono state coinvolte una buona parte delle accoglienze lungo il percorso, ora presenti sul sito e convenzionate. 
Inoltre, molti dei pellegrini che arrivano sono stati accolti o entrati in contatto con volontari dell’associazione o cittadini a conoscenza del progetto. 

Antonella, vuoi raccontarci meglio di questo aspetto? 

Come promotori del Cammino, crediamo che una buona accoglienza del pellegrino/viandante gli permetta di conoscere ancora meglio il nostro territorio e le varie comunità, potendo così portarsi dietro un’esperienza legata a persone e affetti, oltre che vallate e montagne. 

Il tracciato del Cammino si sviluppa in una zona che, per la sua posizione geografica, ha ricoperto fin dall’antichità un ruolo strategico per le vie di comunicazione tra la Mitteleuropa e l’Italia. Questo continuo passaggio ha comportato dei vantaggi per l’economia territoriale in tempi di pace, ma anche delle ripercussioni negative nei frequenti conflitti dei secoli passati. 
Il territorio è caratterizzato da una fittissima rete di strade e sentieri che collegano valli, località, luoghi religiosi, insediamenti produttivi e, recentemente, mète turistiche. 
Uno degli intenti del nostro progetto è stato quello di riscoprire e valorizzare questi percorsi minori, costituendo un Gruppo di lavoro specifico, che si è occupato di individuare e descrivere i punti di interesse del Cammino.

Caro Edoardo ci riassumi il vostro lavoro?

Nel Gruppo di cui ho fatto parte fin dall’inizio (aprile 2021), ci siamo divisi i compiti per ottimizzare l’individuazione di quei “punti di interesse” che potessero solleticare la curiosità dei viaggiatori. Ha stupito noi stessi che i punti fossero più numerosi del previsto, quindi è stato necessario fare una drastica selezione. Per le tre valli lungo le quali si snoda il percorso abbiamo potuto contare su dei referenti locali che meglio conoscono le peculiarità da evidenziare. Una volta individuate, siamo andati alla ricerca di fonti documentarie, poi riassunte per facilitare la fruizione delle informazioni sul sito. 

Far conoscere il valore storico, ambientale e culturale del territorio, il Cammino e le attività dell’associazione Compagnia del Cammino di San Rocco è compito del Gruppo Promozione, qui rappresentato da Letizia. 

Letizia, cosa ti ha portato a partecipare a questo gruppo? 

Come socia dell’Associazione ho pensato di dare la mia disponibilità promuovendo il Cammino a varie iniziative presenti sui Comuni di Mori, Brentonico e Ronzo-Chienis e i territori limitrofi. In occasione di questi eventi partecipiamo attivamente per far conoscere la nostra realtà e pubblicizzare il Cammino sia a chi è della zona, che dare l’occasione ai turisti di passaggio di scoprire questa nuova possibilità di visitare il nostro territorio.

Chiudiamo con le considerazioni finali del Presidente.

Caro Ulisse, avevamo l’impressione che una volta realizzato il Cammino tutto fosse finito, ma dai racconti appena sentiti emerge che il completamento è stato solo un nuovo inizio 

Tutto verte sull’obiettivo originale di non realizzare una semplice rete di sentieri, ma di offrire al territorio l’opportunità di sviluppare un turismo sostenibile e rispettoso e fornire agli escursionisti l’opportunità di completare il piacere della camminata con la possibilità di vivere il territorio. E ciò non solo nel primo anno, ma anche nel futuro.
Lunga vita al Cammino!

Grazie e buon Cammino!

Franco De ToffolRossana Faso

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