Chiesa di Santo Stefano – Mori

Descrizione

Orientata regolarmente ad est, la chiesa di Santo Stefano sorge a sud-ovest dell’antico nucleo di Mori; l’esistenza di un edificio sacro già di rilievo è documentata nel XII e XIII secolo, ma quello attuale deve le sue forme alla ricostruzione operata tra 1611 e 1618, e proseguita tra 1620 e 1645 rispettivamente ai lavori di completamento e decorazione, con la realizzazione di tre altari laterali, dei portali d’ingresso e della decorazione in stucco di bottega lombarda che interessa l’accesso alle cappelle e l’arco santo. Al XVIII secolo risulta l’ampliamento del presbiterio. Tra 1872 e 1892 risale l’avanzamento verso ovest della chiesa, con la costruzione della cantoria. Gravemente danneggiata rispetto alla volta della navata durante la prima Guerra Mondiale, questa venne ripristinata nelle forme attuali nel 1923 da Carlo Donati e Francesco Rossi. Nello stesso periodo venne costruito il protiro antistante la facciata. I tre altari a sud sono rispettivamente, proseguendo verso il presbiterio: il primo eretto nel 1635, dedicato a Sant’Antonio da Padova; il secondo (1635) è dedicato Santa Caterina, con preziosi inserimenti in marmo giallo e un’importante pala d’altare di Francesco Verla (Villaverla 1470 – Rovereto 1521) raffigurante lo Sposalizio mistico di Santa Caterina, S. Pietro e un donatore. Il terzo è l’altare di Sant’Agnese (1732), che ospita la statua lignea policroma della santa. Sul lato nord troviamo: altare del Crocefisso, (1629), altare di San Carlo Borromeo (1623), altare di San Luigi Gonzaga (1732). Ai lati dell’altare maggiore due altari opera di Cristoforo Benedetti di Castione (1657–1740). A sinistra l’altare di San Giuseppe (1713), a sinistra l’altare dell’Immacolata (1696).
 Il presbiterio (1735–1750) è opera di Teodoro Benedetti (1697-1783), su progetto del padre Cristoforo Benedetti (1657-1740). Sopra il basamento troviamo due angeli reggi candela in stucco, opera della bottega Benedetti, e quattro angeli in marmo bianco di Carrara, dello scultore Dominikus Molig (1691-1791). Sopra l’altare si colloca la pala rappresentante il Martirio Santo Stefano (1826), opera di Giovanni Pock, (1780-1842), circondata da un’imponente cornice in marmo giallo, collegata a due statue in stucco, a destra san Romedio e a sinistra San Pietro, opera di Antonio Giuseppe Sartori (1714–1792). Al di sopra del presbiterio, un affresco con la Gloria di Santo Stefano del XVIII secolo.

Questo luogo lo incontri lungo la tappa:

Avvisi di chiusura tratti e variazioni